Per alcuni decenni, i nostri politicanti hanno sperperato miliardi su miliardi, fino ad arrivare alla catastrofe attuale. Non saprei da dove cominciare, quindi peschiamo a caso nella memoria e non sarò comunque esaustivo.
Novembre 1980: terremoto in Irpinia, morte e distruzione, ricostruzione e arricchimenti, opere inutilizzate o mai finite, appalti, tangenti e corruzione. Le opere pubbliche in genere, costano spesso il doppio o il triplo rispetto ad altri stati europei. Il deficit della sanità pubblica è un pozzo senza fine. Evasione fiscale, elusione fiscale, hanno raggiunto proporzioni ciclopiche, con tutti i governi che sono stati sempre a guardare.
Da tante parti, voci pseudo-autorevoli, ci dicono che viviamo al di sopra delle nostre possibilità economiche, non ci indicano però chi sono i maggiori responsabili di questa grave situazione, esse guardano solo i frutti proibiti, ossia i privilegi dei cittadini, che vanno a scuola, hanno le cure mediche, hanno i mezzi di trasporto pubblico; non guardano invece l’albero che li ha prodotti questi pseudo-privilegi.
Quasi sempre si è trattato di alberi dalle sembianze di piccoli uomini politici, ossia di politicanti che hanno solo ed esclusivamente pensato a curare i propri interessi personali economici e/o politici, con assunzioni clientelari, con appalti affidati ad amici e conoscenti, e anche con consulenze a pioggia.
Quando si dice corruzione, evasione, elusione, appalti gonfiati, sembra che siano evocate parole misteriose e invece basta poco per capire dove sono andati a finire i frutti illeciti di queste pratiche, che la morale pubblica condanna sempre, ma che nel privato quasi tutti quelli che hanno fra le mani i soldi pubblici mettono in pratica. Oggi il Governo ha predisposto il fallo spinoso, la manovra, che andrà a colpire solo marginalmente i responsabili storici della catastrofe economica.
Nell’era dell’informatica, basta un clic per sapere chi, fra tutti quelli che hanno amministrato soldi pubblici, cioè amministratori di aziende pubbliche e amministratori politici, ha visto lievitare in poco tempo le proprie ricchezze, i propri beni mobili e immobili, come basta un clic, per sapere in base al tenore di vita di ciascuno, se questo tenore è compatibile con quanto viene dichiarato al fisco.
Ora caro Governo, quel clic non lo vuoi, o meglio non lo puoi utilizzare, perché essendo strumento nelle mani dei potenti della finanza e della politica, hai dovuto rinunciare a colpire i mandanti del deficit pubblico, e insieme avete concertato che siccome le famiglie italiane hanno ancora molti risparmi, si può ancora dare un’ulteriore spremitura alla classe media.
Ora, ragionando di fantasia, mi viene da pensare che quando la massa non avrà quasi più nulla, si dovrà accontentare di un tozzo di pane. E chi glielo offrirà? Sicuramente i soliti noti, ossia chi ha rubato, chi ha costruito il suo impero economico sfruttando le finanze pubbliche ecc.
Il Sistema ha bisogno di nuovi schiavi, magari con una laurea, o con una buona professionalità lavorativa, però l’importante è che siano ricattabili, come è accaduto per la Fiat di Pomigliano, far diventare i diritti conquistati con tante lotte, come una concessione di favori da parte del pappone di turno, e il gioco è fatto.
E se invece…
Commenti
Nessun commento, ancora.